Dall’estremo...cronache e storie...Zé De Rocha ci racconta...
Da quando Zè De Rocha, giovane artista brasiliano nato nello stato di Bahia, ha vinto il primo premio della IX Biennale Del Reconcavo del 2008, si è sviluppato nel suo lavoro um tema che lo aveva già catturato iconograficamente: si tratta di quella forma di violenza che spesso accompagna la vita quotidiana delle grandi metropoli. Naturalmente non è solo la tematica scelta a rendere interessante il suo lavoro ma è soprattutto l’articolazione interna che poi lo rende singolare e praticamente unico.Il processo di narrazione visiva incontra nel suo farsi più tecniche e linguaggi, questo significa prima di tutto che Zè De Rocha si situa in quell’area dell’arte contemporanea recente che attiva la costruzione dell’immagine attraverso la sua decostruzione narrativa.(...)Il protagonista di queste cronache è l’artista stesso che tuttavia sfugge all’autoreferenzialità e soprattutto sfugge alla facile trappola dell’autoritratto. L’io si sdoppia e si triplica si nasconde e si mostra sino all’impossibilità di riconoscersi.(...)E’ allora interessante riflettere su um aspetto poco frequentato dalla attuale produzione artistica quello dell’impossibilità a rappresentare o a rappresentarsi attraverso le immagini, che tradiscono sempre come ci aveva insegnato Renè Magritte. Zè De Rocha lo sa bene questo, e allora decostruisce l’immagini del suo io in altri perché nessuno è veramente io e tutti sono falsamente altri.(...)
Nebbiuno 7 8 2010 Antonio D’Avossa








5 comments:
Parabén, Zé! Vc merece.
Olá Zé,
As tuas obras são muito boas e a exposição está muito bem organizada.
Parabéns.
Cumprimentos,
José
Que delícia ver o seu sucesso!
Muito mais em 2011!
Bjao
Muito bem, Zé!
Muito bom você se retratar no tema de violência urbana, o qual para mim somos todos vítimas mesmo (vítima+ vitimador+espectador=vítima). Parabéns Zé pela coragem.
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